Cinquecento

La battaglia della Gardona

Tra il 9 e l’11 dicembre del 1511 il capitano degli imperiali Guglielmo de Rogendorf, inviato dall’imperatore Massimiliano I d’Asburgo, dopo aver conquistato il castello di Botestagno (Cortina d’Ampezzo), si diresse verso la Gardona presidiata da quasi duemila soldati bellunesi.

I tedeschi divisero in due le loro forze, un gruppo attaccò frontalmente e l’altro aggirò la Gardona, attaccando i bellunesi alle spalle.

Questi ultimi risposero con valore, ma molti caddero in battaglia e la Gardona rimase diroccata. Il de Rogendorf, insieme alle sue truppe, proseguì poi verso Belluno.

Mercanti

Numerosi sono i documenti, in particolare carte notarili, che nel Cinquecento riportano i nomi dei mercanti, i quali facevano investimenti nei boschi per ottenere il legname necessario alla Repubblica di San Marco.

Le famiglie coinvolte nel settore, inizialmente, erano quelle di patrizi veneti, come la casata veneziana dei Venier e dei Contarini.

Soltanto dal secolo successivo si stanziarono a Longarone mercanti di legname privi di stemmi nobiliari, come i Campelli. Questi ultimi, in particolare, acquisirono la nobiltà attraverso le imprese commerciali e finanziarie, divenendo i “banchieri” della Pieve di Lavazzo e, successivamente, anche giudici e arbitri.