Epoca Medievale

FORTILITIUM GARDONAE - LA GARDONA

Le prime citazioni della Gardona risalgono al 550 d.C., probabilmente sorta come avamposto del Castello Lavazzo al tempo della guerra gotica (535-553 d.C.).
La torre di forma triangolare, ubicata su un dirupo a strapiombo sul Piave, ha da sempre suscitato interesse e stupore.

Le tre punte sono rivolte in direzione delle possibili vie di accesso del nemico, da dove potevano arrivare i colpi degli assalitori; altra interessante ipotesi, in merito alla particolare pianta triangolare, può essere dovuta alla necessità di deviare eventuali massi fatti cadere dalle
quote superiori e dalle eventuali slavine.

La Gardona viene anche indicata come torre, fortilitium o passo. Il significato del termine, di origine longobarda, è “luogo di osservazione, di guardia” e la cui toponomastica si è modificata nel tempo, passando da warda, varda, garda, guarda, gardona.

È da sempre monumento importante di Castellavazzo, divenuto poi, a seguito della fusione con Longarone nel 2014, parte dello stemma araldico del nuovo Comune e suo simbolo. È stata restaurata con il contributo economico del Fondo Letta 2012 per le aree di confine, tornando agli
splendori di un tempo.

La Pieve e le Regole

Tra il IX e XI secolo, i territori delle diocesi erano suddivisi in circoscrizioni territoriali chiamate “Pievi”.
La Pieve di Lavazzo era costituita da comunità regoliere, ognuna con confini propri.
Importante testimonianza è il documento risalente al 3 agosto 1444, nel quale si descrive l’intreccio dei paesi attraverso strade e ponti.
Castello, insieme a Olantreghe e Podenzoi, era una delle principali Regole, sede della chiesa parrocchiale e, inizialmente, anche della Pieve civile. Sulla sponda destra del Piave, vi era poi la Regola di Longarone, Igne (con Soffranco) e Pirago ed essa comprendeva anche Roggia, che fu un centro vivo di attività artigiana; procedendo lungo la sponda destra del Piave si poteva incontrare la Regola di Fortogna con Faè.
Sull’altra sponda del fiume vi era la Regola di Dogna e Provagna che operavano assieme; risalendo il Piave, si giungeva al territorio della Regola di Codissago.